Egitto, i primi passi Terza parte

L’edilizia funeraria e i corredi, anche perché la quasi totalità delle informazioni ci provengono dalle tombe, diventano per gli storici e gli archeologi la vera discriminante dell’evoluzione in atto.


La tomba affiorante a livello del suolo si trasforma man mano in un monumento. La prima forma è la Mastaba, una sorta di parallelepipedo con i lati leggermente inclinati a “scarpa” e con la camera sepolcrale ipogea posta sotto la Mastaba. Attorno a questa si può sviluppare una specie di palazzo, con muro di cinta a rientranze e false porte, completo di cappelle per il culto e magazzini per le offerte e i corredi.

Assonometria di Mastaba
Mastaba con ipogei, assonometria
Mastaba semplice
Mastaba semplice


Spesso questi complessi raggiungono dimensioni ragguardevoli assumendo a pieno titolo le caratteristiche di un tempio funerario.

Complesso di Mastaba
Ricostruzione di Mastaba con annessi


La svolta rivoluzionaria arriva con il Faraone Djoser, secondo della Terza Dinastia, che per primo fa edificare una tomba di impostazione piramidale. Il suo architetto, il mitico Imothep, gli realizzerà a Saqqara in almeno tre interventi successivi, la famosa piramide a gradoni.

Si tratta di una serie di Mastabe sovrapposte edificate allargando in più fasi la prima di base. Sono state evidenziate le tracce di un primo intervento, con tre mastabe digradanti su tre livelli e di due successivi, più imponenti, per portare la piramide a sei livelli . Forse l’ambizione del Re che pretese dal suo ministro un monumento sempre più alto e importante, provocò all’architetto notevoli grattacapi, ma certamente gli regalò fama imperitura: da allora Imhotep entrò nella leggenda del suo popolo come il capostipite di tutti gli architetti il maestro supremo quasi divinizzato a cui richiamarsi ogni volta che si cercava la perfezione.

Piramide a gradoni
Piramide a gradoni di Djoser con Tempio Funerario

Siccome poi Imhotep, non si sa come, riusciva a ricavarsi ritagli di tempo libero che utilizzava per una seconda passione, la medicina, nella quale pare eccellesse, egli fu eletto dai posteri anche come il Medico Primigenio, il grande scienziato che sconfiggeva i mali del corpo con la sua perizia. Una fama che, nell’antico Egitto, avrebbe superato nel Mito quello che avvolse Ippocrate nella sua Grecia e di là in tutto il mondo occidentale.


Dalla Piramide a gradoni il passaggio a quelle a pareti lisce della Dinastia successiva fu relativamente obbligato: bastava riempire lo spazio fra i gradoni e rivestire il tutto con pregiato calcare levigato e splendente.
Nella Quarta Dinastia, infatti, la Piramide come la conosciamo diventa il definitivo modulo dell’edilizia funeraria.

Questo passaggio, per la fortuna degli studiosi, è ben documentato, sia nell’evoluzione cultuale e architettonica della sepoltura, che nello sviluppo strutturale, progettuale ed esecutivo di tali gigantesche opere. Nel corso di una sola Dinastia, la quarta, la Piramide vivrà il percorso dai primi, incerti, tentativi, alla sua forma più magniloquente e definitiva.


Il primo Farone della IV Dinastia è un certo Snofru, che salì al potere intorno al 2625 AC, e che commissionò ai suoi architetti non una, ma ben tre diverse piramidi, a riprova del fatto che non era del tutto scontato che la vera sepoltura del Sovrano dovesse per forza essere all’interno della costruzione.


La prima di queste piramidi fu edificata a Meidum ed era costituita da un nucleo a gradoni che avrebbe dovuto sostenere il rivestimento esterno di liscio calcare; purtroppo, come si vede bene nei resti che sono rimasti, il progetto era troppo ardito e il nucleo era troppo verticale. Quindi, probabilmente, il rivestimento scivolò fino alla base già durante la costruzione, che venne quindi abbandonata e utilizzata in seguito come cava per materiali pregiati.

Piramide di Snofru a Meidum
Piramide crollata di Snofru a Meidum


Intanto in una località non troppo lontana, a Dashur, si stava edificando una seconda piramide per lo stesso Faraone, anch’essa con rivestimento in una pietra calcare di colore chiaro. Il crollo di quella di Meidum dovette avvenire mentre questa era a metà della sua altezza. Siccome anche questa piramide era partita con una inclinazione piuttosto ardita, i responsabili del cantiere, evidentemente atterriti dalle notizie che arrivavano da Meidum, decisero di cambiare il progetto modificando la metà superiore del manufatto e quindi ultimandola con una inclinazione molto più prudente e una altezza di colmo molto inferiore. Esteticamente il risultato non è in effetti molto elegante perché denuncia con evidenza l’espediente, e questa costruzione viene oggi chiamata “ Piramide a Doppia Inclinazione” o “ Piramide Romboidale”.

Piramide romboidale Dashur
Dashur piramide di Snofru a doppia inclinazione


Il grave errore di progetto influì in modo determinante nella realizzazione della terza Piramide del Re Snofru, quella definitiva, fatta costruire a poca distanza da quella Romboidale, regolare e liscia, ma decisamente più prudente, con una inclinazione più modesta, un’altezza minore e un aspetto decisamente meno slanciato, realizzata stavolta con un calcare di colore rossastro, appunto chiamata ” Piramide rossa di Dashur“.

Piramide bassa di Snofru a Dashur
La Piramide rossa di Snofru a Dashur


Il monumento appariva abbastanza modesto dal punto di vista della grandiosità e non proiettava il monumento verso il cielo con lo slancio desiderato ma, forse per le esauste finanze dello Stato e forse per il tempo a disposizione ormai esaurito, Snofru dovette accontentarsi delle sue tre piramidi e fare buon viso a cattivo gioco.

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