Egitto, i primi passi Seconda parte

A riprova delle notevoli capacità raggiunte dagli artigiani Egizi prima del 2500AC, la eccellente statua dell’ultimo Faraone della II Dinastia, Kakeshemui, assiso sul trono . Dobbiamo tenere conto che essi disponevano solamente di scalpelli di rame e di pietre per la levigatura.

Faraone Kasekhemwi II Dinastia
Faraone Kasekhemwi II Dinastia


Fra gli oggetti ritrovati molti prodotti da toeletta, pettini, ornamenti, teste di mazza rituali e gioielli che manifestano l’alto grado di qualità e di eleganza che gli artigiani erano in grado di ottenere sino dall’inizio del terzo millennio AC.

Tavolozza dei due cani
Tavoletta per cosmetici detta “dei due cani”
Mazza del Re Scorpione
Testa di mazza rituale di Re Scorpione

Un Re di cui abbiamo discrete rilevanze è Ger, il terzo della prima Dinastia; di lui sappiamo che regnò su un paese prospero e pacificato, che costruì a Menfi una importante Residenza Reale, che fece costruire tombe grandi e suntuose per sé, le mogli e i funzionari di più alto grado, che iniziò lo sfruttamento dei giacimenti di turchese nel Sinai per il confezionamento di gioielli e ornamenti e che organizzò le prime spedizioni in Nubia per scopi commerciali ( oro, ebano, avorio e resine per fumigazioni).

Con questo Faraone pare che che prese forma il calendario egizio. Inizialmente erano le fasi lunari a dare, per la loro facilità di calcolo, il ritmo del tempo. Presto però ci si accorse che di fronte a un anno di 365 giorni e 6 ore diventava ingestibile il progressivo slittamento delle stagioni.

Quindi prese forma un calendario basato sulla divisone in 360 giorni, tre stagioni e 12 mesi, lasciando i cinque giorni che restavano fuori dal computo (epagomeni), come un periodo a sé stante nel quale il mondo restava sospeso e durante il quale si interrompeva ogni attività.

L’inizio dell’anno corrispondeva al Sorgere Eliaco della stella Sirio alla latitudine di Menfi ( circa il 19 luglio del Calendario Giuliano). Questo capodanno, tenendo conto della differenza delle date rispetto ad oggi per la precessione degli equinozi, cadeva con lieve approssimazione con l’inizio dell’inondazione alla latitudine di Menfi.

il cielo e il calendario
Nut Dea del Cielo e il calendario

Merita di fare subito una osservazione sulla datazione cronologica della storia faraonica: gli antichi egizi non si preoccuparono di marcare il tempo con un valore assoluto, come , ad esempio, facciamo noi occidentali che contiamo gli anni dalla nascita di Cristo.

Ogni data era definita solo in base agli anni di regno del Faraone in carica ( “ anno terzo del Faraone X, secondo mese di Peret, quattordicesimo giorno”) e se gli studiosi sono oggi in grado di dare una datazione abbastanza precisa ( 20/25 anni di scarto), è perché furono registrate le corrispondenze sicure di almeno un paio di levate eliache di Sirio, e siccome noi sappiamo che il periodo nel quale il fenomeno si ripete nella stessa data e posizione è di circa 1460, anni si poté effettuare un calcolo, complesso e faticoso, che ci aiuta a definire un percorso cronologico, sia pur approssimativo.

Inoltre in epoca più tarda la concomitanza di eventi noti e rilevati in contemporanea presso altri paesi, dove il sistema di datazione era più attendibile, dà la possibilità di fissare alcuni capisaldi sui quali operare un incrocio di dati e ricostruire una cronologia più attendibile.

Le Dinastie Thinite arrivano al loro termine quando ormai il livello di evoluzione dello Stato e della sua organizzazione è già molto elevato e il Paese si è già imposto come una potenza egemone nella sua area. Fatto sta che la Terza Dinastia, pur iniziando senza una reale cesura dalla Seconda, e senza motivi da noi conosciuti, trasferisce la capitale a Nord, nel basso Egitto e precisamente nella città di Menfi.

Rovine di Menfi
Resti di monumenti di Menfi e delle Mura Bianche

Si può pensare, in via di ipotesi, che ciò avvenne per una o più di diverse cause: la trasmissione del trono a un personaggio appartenente a quell’area, la maggiore vicinanza al confine nordorientale da cui passavano i traffici commerciali e che andava controllato e presidiato con maggiore rapidità di intervento, la maggiore consistenza demografica e la più sostanziosa e diffusa ricchezza della regione per la vicinanza con le grandi aree agricole del Delta. D’altra parte Menfi era già da secoli una seconda capitale, una residenza reale utilizzata part-time e il centro culturale e religioso di metà dell’Egitto.

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