Egitto, i primi passi Quarta parte

L’esperienza di tanti tentativi aveva però aperto la strada al suo successore, il figlio Cheope ( Kufu), che volle, per celebrare la sua grandezza e la sua smisurata ambizione, un monumento di dimensioni mai viste e, probabilmente, mai superate in nessun luogo e in nessun tempo.

Cheope ( KUFU)
Statuina di Cheope altezza 8 cm unica immagine ritrovata


Egli fece edificare nella piana di Giza, a poca distanza da Menfi in direzione sudovest, la più grande delle piramidi mai costruite: ciascun lato misura 230 mt, l’altezza è di 147 mt e l’inclinazione delle facce è di 51°52′. Questa misura non comprende il“ piramidion”, ovvero una cuspide di granito appuntita che copriva la sommità e che, essendo rivestita di elettro, lampeggiava nella luce del sole rendendola visibile da enormi distanze.

Piramide di Cheope
Piramide di Cheope e Chefren sullo sfondo a Giza

Delle problematiche costruttive, organizzative e ingegneristiche che vennero affrontate e risolte, parleremo in una diversa sezione, salvo affermare sin da ora che non vi è nulla di misterioso o sovrannaturale riguardo alla progettazione e alla realizzazione di tali gigantesche meraviglie; un solo dato merita di essere fin da ora stabilito ed è che fu fatto largo uso di rampe inclinate realizzate e poi smobilitate a lavoro ultimato.

Oggi sappiamo come e con quali artifici l’ingegno di quei costruttori riuscì in opere che a noi parrebbero di difficile esecuzione anche ai giorni nostri e con le nostre tecnologie. Negli ultimi anni si sono diffuse a macchia d’olio le ipotesi più fantasiose e strampalate per spiegare come solo interventi sovrannaturali o, e peggio, alieni avrebbero provveduto all’edificazione di tali monumenti.

Per fortuna gli antichi Egizi, costruttori nati e amministratori pignoli e accorti, non hanno omesso di lasciare tracce e indizi che ci fanno capire come svolgevano i lavori senza bisogno di aiuti stravaganti, peraltro da loro mai evocati o citati!

Ugualmente in quella sede parleremo del significato che presumibilmente aveva la forma piramidale, sempre non tenendo conto di interpretazioni esoteriche, pseudofilosofiche, cervellotiche e, per lo più, risibili, anche se oggi notevolmente di moda.


Dopo Cheope il suo terzo successore, il Faraone Chefren e poi suo figlio Menkhaura ( Micerino) costruirono a fianco le loro piramidi; solo leggermente più piccola la prima e, invece, di dimensioni molto più modeste quella di Menkhaura. Il sito dove erano state edificate era occupato da molte altre tombe con piccole altre piramidi destinate alla sepoltura di regine nonché ai templi funerari dedicati al culto postumo dei Re che erano ascesi al cielo per sedersi al fianco degli Dei e continuare a proteggere Kemet.

Complesso di Giza
Le Piramidi di Giza


Chefren, inoltre, fece scolpire in uno sperone naturale di roccia che spuntava leggermente più a valle del complesso piramidale, una enorme Sfinge con le sue fattezze e, di fianco, fece passare la rampa pedonale che univa il suo tempio a valle con la sua piramide.

Sfinge di Kefren
La grande Sfinge di Kefren Giza

Le Piramidi, i Grandi Complessi Funerari, i resti sparsi per il Paese di fortezze e di mura sono oggi le prove di una società matura e ben organizzata, ma ancora poco ci dicono del modello sociale che aveva consentito tali risultati.


Durante tutto l’Antico Regno si verifica un lento ma continuo progresso di nuovi ceti che man mano si fanno classe dirigente e ne sono prova il moltiplicarsi di necropoli affollate di tombe sempre più numerose e sontuose.


Se al vertice dello Stato c’è l’autorità assoluta e indiscussa del Faraone che gode di una considerazione quasi divina, la sempre maggiore complessità dell’apparato amministrativo, le necessità di una burocrazia pervasiva, attenta e onnipresente, il crescere del benessere e il potere nascente degli Istituti Sacerdotali con la loro articolata classe dirigente, hanno prodotto il moltiplicarsi di personaggi, sia nobili che borghesi che ottengono per sé sempre più diritti e prebende.

Se prima solo il Re aveva una precisa funzione nell’Aldilà e quindi la vita oltre la morte gli era riservata (portando con sé solo i più stretti parenti e collaboratori, sepolti in tombe tutto attorno alla sua, e ciò solamente per suo proprio vantaggio nel mondo ultraterreno), presto si incomincia a concedere questo privilegio ai nuovi ceti emergenti.

La tomba resta sempre una sorta di premio elargito dal Faraone per i meriti conseguiti ( e, almeno in modo formale, così sarà almeno fino alla fine del Nuovo Regno ); ma a disporne sono sempre più numerosi privilegiati.

Tomba di Alto Sacerdote V Dinastia
Tomba privata di notabile V Dinastia

La struttura di comando, in un Paese costituito da due diverse culture, due etnie di riferimento, due sistemi di produzione diversi e, infine, una sottile e sotterranea spinta a dividersi, che emergeva a tratti quando la mano ferrea del potere perdeva un po’ di energia, aveva bisogno di un grande numero di specialisti ed esecutori.


E’ proprio durante la Quarta Dinastia che nasce la carica di Ciaty ( carica simile a quella del Visir Ottomano) che aveva avuto un breve esempio di embrione durante la Seconda Dinastia; si tratta di un viceré, o primo ministro, come preferite, ma che in alcuni momenti si sdoppia assumendo anche la veste di una sorta di governatore di una delle Due Terre: il Visir dell’Alto Egitto e il Visir del Basso Egitto.

Il Visir Kagemmi V Dinastia
Il Visir Kagemmi V Dinastia 2500 AC circa


Sotto questi altissimi funzionari una enorme platea di notabili ( noi diremmo ministri e sottosegretari), titolari delle cariche più svariate e, spesso difficilmente interpretabili alla luce del nostro linguaggio politico-burocratico. Ad esempio, se l’altissima carica di “ Custode dei Segreti del Re” o di “Amministratore del doppio granaio” ( doppio!!!vedete come ritorna a ogni piè sospinto il dualismo nord/sud?) ci dà l’idea di quali potessero essere i suoi compiti, altra cosa è per definizioni puramente onorifiche come: “ Flabellifero alla sinistra del Re”, “ Portatore di sandali di Sua Maestà” ecc..


La macchina dello stato, in ogni caso, funzionava con efficacia con uno stuolo di funzionari, impiegati ( gli Scriba), di operai, di servitori, marinai, soldati e sacerdoti.


Quando parleremo della cultura, della scuola, degli orientamenti di pensiero, della religione, del diritto avremo modo di comprendere meglio l’articolata organizzazione dei funzionari, ma per ora anticipiamo soltanto che l’organizzazione del lavoro a “ corvée”, la efficiente struttura fiscale, la macchina militare e il catasto ( inteso non solo per i terreni ma anche per il bestiame), necessìtavano di un numero enorme di scriba, il vero nerbo delle classi alta e media sulle quali poggiava l’efficienza dello Stato.

Scriba nella posizione di lavoro
Scriba al lavoro

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